Olio d’oliva tunisino senza dazi…E i nostri produttori? Proposta di “gruppo di acquisto locale”

Il Parlamento di Strasburgo qualche giorno fa ha votato con procedura d’urgenza il provvedimento di aiuto all’economia tunisina con 500 sì – compresi quelli dell’ex-ministro Cécile Kyenge, Mercedes Bresso, Sergio Cofferati, Gianni Pittella – 107 no e 42 astenuti. Si da, quindi, l’opportunità alle aziende tunisine di immettere nel mercato dell’Unione Europea ulteriori 35.000 tonnellate l’anno di olio di oliva, senza dazi, fino alla fine del 2017!

Queste quantità vanno sommate alle attuali 56.700 tonnellate all’anno, sempre senza dazi, che lo stesso Paese immette nell’UE in seguito all’accordo euromediterraneo di associazione (Unione Europea – Tunisia) stipulato nel 1995.

Il fatto

Quindi fino alla fine del 2017 la Tunisia esporterà nell’UE 91.700 tonnellate all’anno di olio di oliva senza dazi, successivamente continuerà con 57.700 t/a.

Le tutele volute dal fronte del no e inserite nell’ultima versione della legge prevedono sostanzialmente tre cose:

  • una valutazione intermedia dell’impatto dell’ingresso delle 35mila tonnellate di olio di oliva tunisino sul mercato dei Paesi UE e l’impegno ad aggiornarle, nel caso dovessero rivelarsi dannose per i produttori europei;
  • una clausola relativa alla tracciabilità delle merci, per assicurare che l’olio d’oliva sia interamente prodotto in Tunisia (secondo le norme per la tutela della salute dei consumatori) e trasportato direttamente da questo Paese nell’Unione;
  • infine, è stata cancellata la possibilità di prolungare le misure d’emergenza oltre il periodo iniziale stabilito in due anni. L’importazione senza dazi di 35mila tonnellate aggiuntive di olio scade in modo improrogabile il 31 dicembre del 2017.

Il mio commento

Considerando che in Europa i maggiori produttori di olio sono la Spagna e l’Italia è ovvio che il peso di questa decisione graverà esclusivamente sulle aziende di questi due Paesi.

E a me viene da pensare ai produttori del nostro territorio cioè quelli della città di Cassino e della provincia di Frosinone. In quest’area geografica ci sono molte realtà olivicole di dimensioni medio-piccole che negli ultimi anni hanno visto crescere le difficoltà per andare avanti: aumento dei costi di produzione, condizioni climatiche avverse, aumento sproporzionato delle regole da seguire, tassazione sempre più alta, incursioni costanti delle autorità di controllo, eccetera!

L’attuazione di questa procedura mi viene da paragonarla ad un accanimento terapeutico verso un soggetto che già è in cura per sopravvivere e che già sta sotto flebo!

In pratica per aiutare l’economia della Tunisia, che sembra essere in live difficoltà, si rischia di ammazzare quella italiana (del settore intendo) e, nello specifico, quella del mezzogiorno dove c’è maggiore la presenza di oliveti. Non era forse meglio fornire aiuti economici???

Ad ogni buon modo bisogna imparare a proteggersi autonomamente, visto che molte delle persone a cui diamo il compito di rappresentarci sembra non farlo.

La proposta dell’insieme Meritocrazia Italiana, che mi onoro di rappresentare, redatta insieme ai tanti amici produttori soci della nostra associazione Oro di Montecassino® (FB page), va in due direzioni ben definite e convergenti: “autosufficienza agroalimentare” e “gruppo di acquisto locale”. La prima potete approfondirla cliccandoci sopra e la seconda va nella direzione di raggruppare tutti i consumatori interessati per far acquistare loro i prodotti delle nostre aziende, coltivati e trasformati sulla nostra terra.

Immaginate come sarebbe bello se si sfruttassero di più i nostri terreni, ormai abbandonati, magari utilizzando gli aiuti provenienti dal PSR, per realizzare l’agroalimentare necessario alla nostra città, senza dover ricorrere ad importazioni di beni provenienti da altre zone di cui non sappiamo quasi nulla (a quanto servono le etichette?)!

L’obiettivo

Più aziende agricole, diversificate nelle produzioni, che già sanno di avere una vendita assicurata…ecco cosa chiedono i nostri imprenditori agricoli! Loro vogliono lavorare, ma vorrebbero anche sapere di non aver sprecato il loro tempo…

Inoltre ognuno di noi avrebbe l’opportunità di visitare i luoghi in cui viene coltivato e trasformato il cibo che mangia.

I vantaggi dell’applicazione di questa proposta possono essere sintetizzati come di seguito:

  • più aziende agricole, con conseguenti nuovi occupati;
  • sicurezza di vendita per le aziende agricole, grazie ad un mercato precostituito dal “gal”;
  • sicurezza della qualità del cibo che mangiamo;
  • prezzi minori grazie alla non incidenza dei trasporti.

 

 

Cassino li 16 marzo 2016

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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